Essere accusata di essere un avvoltoio, di sfruttare la morte del figlio per scopi personali è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Patrizia Moretti ha querelato Franco Maccari, segretario generale del Coisp per diffamazione, stalking e molestie. La madre di Federico Aldrovandi lo aveva già anticipato dopo l’ultima uscita del sindacato di polizia contro di lei. L’occasione era data dall’ultima querela in ordine di tempo presentata questa volta dal Coisp (ad oggi se ne contano più di 70 sul caso Aldrovandi) nei confronti del capogruppo del Pd del comune di Bologna Francesco Critelli e contro il consigliere democratico Benedetto Zacchiroli. La loro colpa era quella di aver “offeso” il sindacato in aula di consiglio nel giorno in cui Palazzo D’Accursio consegnava a Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, la cittadinanza onoraria. Una solidarietà che arrivava all’indomani delle polemiche per la manifestazione del Coisp in solidarietà ai quattro agenti finiti in carcere.
Maccari entrò a gamba tesa sull’iniziativa politica, annunciando le azioni legali. Nel botta e risposta si introdusse Patrizia Moretti, dicendosi “ferita e irritata da questo comportamento continuo del Coisp: lo trovo un atteggiamento arrogante, a me sembra che vogliano intimidire chiunque esprima un critica. A me sembra molto grave voler tappare la bocca a chiunque non si allinei”. Quanto basta per far scrivere a Maccari una dura replica. Siamo al comunicato dello scorso 22 agosto, dove il sindacato bolla come “ingiustificate, gratuite e immotivate cattiverie” la parole della madre del ragazzo ucciso dai loro colleghi, e parla di “astio” e “veleno sparso a profusione da Patrizia Moretti sul Coisp e sulle Forze dell’Ordine”. Uno “sparare a zero senza controllo basandosi su argomentazioni fasulle” fatto da chi “si trincera dietro al dolore del lutto per infierire sugli altri senza argomentazioni valide”. “Lei, né tutti i suoi sostenitori – aggiungeva il comunicato -che in questa storia drammatica hanno intravisto un’ottima campagna più che altro politica in cui gettarsi come avvoltoi”.
Tutte frasi che ora finiranno all’esame della Procura di Ferrara, che valuterà anche – su richiesta della Moretti – l’ipotesi di stalking. I continui interventi di Maccari contro la Moretti avrebbero ingenerato nella donna “un grave stato di ansia”. In sostanza, stando a quanto denunciato, la madre teme anche solo di parlare in merito al suo lutto. La frena il timore che “il Coisp tramite i suoi esponenti organizzi manifestazioni di provocatoria protesta in prossimità fisica con i luoghi da lei frequentati”. La “fondata preoccupazione” è che “ogni sua lecita espressione di pensiero con riferimento alla vicenda della morte di suo figlio divenga pretesto per il Coisp per una campagna gravemente denigratoria e offensiva nei suoi confronti e nei confronti della memoria di Federico”.
“Essere definita come un avvoltoio – commenta la madre di Federico – che alimenta con ipocrisia e con argomenti falsi la notorietà del caso della morte di proprio figlio per sfruttarla a fini personali di una (del tutto inesistente..!) carriera politica, fingendo dolore per poter attaccare i propri (presunti) avversari, è una circostanza che travalica di gran lunga qualsiasi lecito e consentito diritto di critica”.